Il gruppo di lavoro di Torino si occupa della progettazione dell’elettronica on-detector per acquisire i segnali di rivelatori innovativi, quali quelli a gas di nuova generazione, chiamati Micro Pattern Gaseous Detectors (MPGD), cioè rivelatori a gas che sfruttano i tratti di dimensione microscopica, percorsi dalle particelle al loro interno.
Proprio come camminando sulla neve si lasciano impronte che indicano che percorso abbiamo seguito, così le particelle che attraversano il rivelatore (detto tracciatore) lasciano diversi depositi di energia lungo tutta la traiettoria percorsa. Per essere misurati, i depositi di energia vengono tradotti in segnali elettronici e dalla catena di acquisizione di tali segnali è possibile ricostruire le tracce delle particelle. Questa informazione, aiuta a identificare le particelle già note oppure a concludere che si tratta di particelle mai identificate prima (magari!).
Alcuni di noi scrivono il software per estrarre dal rivelatore le informazioni sulla traccia delle particelle applicando relazioni matematiche e geometriche ben definite.
I rivelatori MPGD saranno usati in futuri acceleratori, dove sono previsti elevatissimi rate di acquisizione, per ottenere misurazioni di posizione con un’ottima risoluzione spaziale. Per questo sia l’elettronica sia il software devono essere progettati in maniera opportuna e dedicata all’obiettivo di ottenere al meglio le informazioni volute.